Quickribbon $Maidireristorantebassissimoceto$: marzo 2013

Tutto dipende dal fuoco

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domenica 31 marzo 2013

Il Cuore nel Sesso : La vera storia di Franco Califano

GianMaria Le Mura : Ricerca
"E' stato sempre povero perche' ha sempre aiutato quelli piu' poveri di lui. Come me e mio figlio. Se non ci fosse stato il Califfo il mio bambino oggi sarebbe un completo orfano". A parlare e' Oreste Datti, operaio socialmente utile nel comune di Alatri nel frusinate e imitatore ufficiale del bravissimo cantautore romano. Datti conosce il Califfo da 20 anni e quando 6 anni fa la giovanissima moglie Stefania che aveva appena partorito un bambino, muore stroncata da un male incurabile, e' lui, Franco Califano, ad aiutare l'uomo. Ha battezzato il bambino e gli ha garantito un sussidio mensile che oggi gli consente di andare a scuola alle elementari. "Io non potro' mai dimenticare cio' che Franco Califano ha fatto per me e per la mia famiglia. E' un uomo di grande sensibilita', pur avendo avuto uno stile di vita al di fuori degli schemi, ma questa sua mentalita' non deve riguardare nessuno se non lui stesso. Non penso che abbia chiesto il sussidio per togliere qualcosa alle persone piu' povere. Lui per aiutare i poveri si e' quasi rovinato".
A DOMENICA CINQUE: "SUI SOLDI HO SPUTATO" Franco Califano fa dietrofront: «Non ho mai chiesto la legge Bacchelli. Non ho bisogno di niente. Chi mi conosce sa che sui soldi ci ho sempre sputato». Invitato a parlare a Domenica Cinque dall'amica Barbara d'Urso, il 'Prevert di Trasteverè smentisce di aver chiesto un sussidio statale, come invece aveva raccontato al Corriere della sera e al Tg1. Seduto sul divano della sua casa romana («pago l'affitto, non ho una casa mia»), dice: «Sto bene, a parte le vertebre che mi impediscono di muovermi. Ho il busto. Cinque mesi sono caduto dalle scale. Sono stato a letto per tre mesi». Prima di entrare nel vivo della polemica di cui è stato protagonista, il cantautore romano parla dei suoi rapporti sentimentali: «L'80 per cento dei rapporti sono ipocriti. Io invece prendevo e me ne andavo. Ho sempre lasciato le case alle mie ex compagne». Poi sorprende la D'Urso: «La donna incinta? È il massimo. Mi ha sempre fatto impazzire. Ora diranno 'Califano, 'sto zozzone!'. Ma io non sono capace di fare la persona perbene finta». Poi il dietrofront: «Non ho chiesto nulla. Una sera si parlava di case, di chi ce l'aveva e chi no. Ero l'unico che a non averla, e mi ero appena fratturato le vertebre. Potevo anche non poter cantare e lavorare più. Quattro amici hanno pensato di aiutarmi facendo di testa loro. Ma io i soldi di altri non li voglio, potrei anche smettere di lavorare oggi e campare altri 20 anni senza chiedere niente».

Immediata la reazione dei giornalisti in studio, che citano un suo intervento radiofonico in cui diceva il contrario: «Fatemelo sentire. Io la legge Baccelli - dice storpiandone il nome - l'ho conosciuta in questa occasione. Non ho mai detto di essere povero. Il giornalista che l'ha scritto ha scritto un sacco di fesserie». E poi: «Adesso io dichiaro che non voglio nulla. E se ho detto qualcosa di sconveniente, posso aver sbagliato e chiedo scusa». Commentando poi le accuse dei fan di aver sperperato i suoi soldi, osserva: «Chi mi conosce sa che sui soldi ci ho sempre sputato». A quel punto entra in studio Isabella Biagini, ex bionda della tv anni Sessanta caduta in disgrazia, che esordisce: «Ce vogliono portà all'ospizio, ma noi siamo anime libere». Amica di Califano, ricorda di quando il cantautore accudiva sua figlia piccola. Racconta: «Ho la pensione ma ho lavorato fino a 30 anni fa. Ho provato a chiedere la Bacchelli ma hanno fatto orecchie da mercante. Comunque non la merito, non sono un'artista al livello di Califano». Lo difende: «Lui è sempre stato generoso, ha sistemato tanta gente e non l'ha mai detto. È una persona perbene, ha un cuore così».

«L'unica persona che mi conosce veramente è Isabella e la ringrazio veramente di cuore», interviene Califano, che conclude: «Mi vogliono mettere in casa di cura. Ho regalato tanti di quei soldi, e ora sono sotto processo. Sono odiato perchè ho successo e finchè sarà così, i titoli dei giornali saranno sempre inventati». «Dammi i soldi a me», gli chiede la Biagini: «Una mano te la posso dare. I soldi della Bacchelli dateli alla mia amica Biagini». La quale tra gli applausi commenta: «No grazie, voglio fare la fame, ma essere libera».
"E' povero perche' ha sempre aiutato quelli piu' poveri di lui. Come me e mio figlio. Se non ci fosse stato il Califfo il mio bambino oggi sarebbe un completo orfano". A parlare e' Oreste Datti, operaio socialmente utile nel comune di Alatri nel frusinate e imitatore ufficiale del bravissimo cantautore romano. Datti conosce il Califfo da 20 anni e quando 6 anni fa la giovanissima moglie Stefania che aveva appena partorito un bambino, muore stroncata da un male incurabile, e' lui, Franco Califano, ad aiutare l'uomo. Ha battezzato il bambino e gli ha garantito un sussidio mensile che oggi gli consente di andare a scuola alle elementari. "Io non potro' mai dimenticare cio' che Franco Califano ha fatto per me e per la mia famiglia. E' un uomo di grande sensibilita', pur avendo avuto uno stile di vita al di fuori degli schemi, ma questa sua mentalita' non deve riguardare nessuno se non lui stesso. Non penso che abbia chiesto il sussidio per togliere qualcosa alle persone piu' povere. Lui per aiutare i poveri si e' quasi rovinato".

L'amoR de Roma ci lascia sbigottiti anche stavorta!! - • NonSoloFood • Parlare liberamente di tutto senza farsi problemi di niente ; il thred del PARLO COME VOGLIO •

L'amoR Roma ci lascia sbigottiti anche stavorta!! - • NonSoloFood • Parlare liberamente di tutto senza farsi problemi di niente ; il thred del PARLO COME VOGLIO •

giovedì 21 marzo 2013

Mennea scompare a 61 anni

Addio a un Campione. Nato a Barletta 60 anni fa, Pietro Paolo Mennea, è morto in una clinica a Roma per una malattia incurabile. L’immagine che resta, e che resterà per sempre scolpita nella memoria, è quella del 28 luglio 1980: Stadio Lenin di Mosca, Giochi della XXII Olimpiade. Per il boicottaggio degli Stati Uniti ai blocchi di partenza della finale dei 200 metri piani i favoriti sono il giamaicano Quarrie, il britannico Welles e l’italiano Pietro Mennea, 28 anni dalla Puglia, detentore del record del mondo, stabilito l’anno precedente alle Universiadi di Città del Messico con 19’72”. Sorteggiato in ottava corsia, l’atleta parte lento come al suo solito, ma la progressione è inarrestabile: quarto all’uscita della curva, nel rettilineo si mangia gli avversari uno dopo l’altro e va a vincere tagliando il traguardo per primo con 2” di vantaggio sul britannico. Pietro Mennea vince la medaglia d’oro entrando nella storia, e lì rimane.


Nato da una famiglia modesta, la leggenda vuole che da piccolo Mennea si fosse guadagnato la fama in città sfidando in corsa i “macchinoni” dei ragazzi più ricchi: non c’erano Alfa Romeo o Ferrari che tenessero, Pietro in velocità le bruciava tutte. E’ l’inizio di una delle storie più vincenti dello sport italiano, con una collezione di medaglie che dai Giochi del Mediterraneo arrivano fino a Europei, Mondiali e Olimpiadi, dove fu il primo a disputare quattro finali consecutive. Praticamente imbattuto dai Giochi di Montreal 1976 a quelli di Mosca 1980, di ogni Olimpiade ricordava con piacere il contesto storico e geopolitico che le accompagnava. Il suo primato, quello dei 200 metri piani, è diventato record a sua volta rimanendo imbattuto per ben 17 anni a livello mondiale e resistendo ancora oggi come record europeo.
A fianco dello sport gli studi e l’impegno politico. Una prima laurea in scienze politiche e poi in giurisprudenza, scienze dell’educazione motoria e lettere, appesi gli scarpini al chiodo Mennea è stato avvocato, docente universitario e commercialista, scrittore con oltre venti libri all’attivo, e ha avuto anche diverse esperienze politiche prima con l’Idv, di cui fu eurodeputato a Bruxelles dal 1999 al 2004, e poi con Forza Italia. In una recente intervista al Fatto Quotidiano ribadì la sua contrarietà alla candidatura dell’Italia a ospitare le Olimpiadi nel 2020, spiegando con un filo di amarezza che “Nella storia recente le Olimpiadi hanno portato a chi le ha organizzate solo recessione e svalutazioni, vedi l’esempio della Grecia che è fallita. Le Olimpiadi oggi non portano valore, sono solo uno spettacolo che dura 15 giorni, un business economico”.
“È una situazione troppo dolorosa, si fa fatica a fare commenti, perché non solo era un grande uomo di sport, ma anche un grande amico – ha detto Alfio Giomi, il presidente della Federazione Italiana Atletica Leggera -. Proprio qualche settimana fa ci eravamo ripromessi di vederci presto, al telefono. E non ci siamo riusciti. Per la Fidal (Federazione Italiana Atletica Leggera ndr.) è un giorno tristissimo”. Tra le condoglianze sincere di tutti gli uomini di sport, anche quelle del neo presidente del Coni Giovanni Malagò, che appresa la notizia telefonicamente mentre era in viaggio verso Milano, ha deciso di annullare gli impegni istituzionali e di far rientro a Roma. Oggi pomeriggio sarà allestita la camera ardente al Coni.
“Sono veramente sconvolto. Purtroppo sono fuori dall’ambiente sportivo da tanti anni e non sapevo che stesse male, ormai le notizie mi arrivano di riflesso”. Gianni Gola, ex presidente della Fial è “basito, era nel fiore degli anni, una delle più grandi figure dello sport italiano e un grande uomo. Riesco a dire solo di essere sconvolto”.

mercoledì 20 marzo 2013

Ex Ristorante Gastone Roma : Sogni svaniti

 

Ecco cosa rimane del piu’ bel ristorante di Tendenza di Roma- Dopo un viaggio di consulenza e visita a Roma mi ritrovo questa triste realta’ a Piazza Mazzini- Un posto dove ogni festa RAI, apertura palinsesti, chiusura trasmissioni di serial show e feste di reality tv veniva chiusa e festeggiata in questo angolo VIP – Un peccato un oltraggio alla mia vera ristorazione che ho portato avanti per anni – Motivazioni: amministrazioni sbagliate, persone sbagliate al momento sbagliato, e un delirio di denaro scomparso senza sapere il motivo -http://www.romatoday.it/cronaca/arresti-bancarotta-chiusi-bar-farnese-benji.html
Ristorante Gastone Roma
Ristorante Gastone Roma

A Roma inaugurazione di ‘Gastone’, splendido locale di mondanità


A Piazza Mazzini, grande serata tra Vip, bargirls e cuochi rinomati



In linea con le ultime tendenze internazionali, by night & by day, è nato a Roma, in Piazza Mazzini, GASTONE: un locale su 600 metri quadrati e su tre livelli con ristorante, pizzeria e forno a legna, l’angolo della live music, un American Bar open no stop fino a tardissima notte per la gioia dei nottambuli e tavoli all’aperto per le sere sotto le stelle. Questa è la ricetta di Walter Silvestro, già proprietario del Caffè Farnese, del locale Raggio di Sole in piazza Campo de’ Fiori, del Gran Caffè Mazzini.

A curare gli aspetti eno-gastronomici, Mr. Silvestro ha chiamato una équipe di esperti, tutti italiani DOC, a cominciare dal direttore, il romano Giancarlo Aronica, dallo chef siciliano Gian Maria Le Mura, e per finire con il sommelier Francesco Cavicchioli, il pizzaiolo Riccardo Facchielli, i due esplosivi barman, Edmundo Porziani e Michele Lacerensa, mentre un team di splendide ragazze, le Bargirl, offrirà ai tavoli le specialità di Gastone.

Madrine dell’inaugurazione, avvenuta il 19 giugno alle 21.00, sono state Adriana Volpe (la prima ad arrivare con il suo agente) e la bellissima Ornella Muti (l\’ultima ad arrivare nella sezione del ristorante dedicata ai Vip).
Padrino Luca Barbareschi – impegnato ora sul set per la regia e l’interpretazione del suo nuovo film \”Il Trasformista\”, in uscita a Settembre -. L’angolo della live music è stato invece affidato all’intensa voce di Joy Garrison, la cantante amata da John Coltrane, accompagnata da Francesco Puglisi al contrabbasso, da Amedeo Ariano alla batteria e da Claudio Colasazza alle tastiere.


Tanti altri Vip hanno animato la serata: tra loro, le attrici Nadia Cassini (volutamente non seduta nello stesso tavolo della Muti che l\’ha ignorata per tutto il tempo), Agnese Nano, Angela Melillo (seduta vicina a Flavio Montrucchio e Alessia Mancini, impegnati a \”tubare\” tutta la sera), gli attori Philipe Leroy e l’on. Ignazio La Russa, forse il più grande presenzialista delle Notti Romane e il più simpatico, insieme al figlio (Girolamo) anche lui abitué delle feste più esclusive a Milano. A riguardo, l\’onorevole ha simpaticamente commentato: \”E\’ vero, mio figlo gira troppo\”.

Presenti anche moltissimi altri volti propri della Roma by Night a cominciare dai Giovannelli (Padre e Figlio), Elisabetta Mauro (Ufficio Stampa del Gruppo E.P.) e moltissimi altri che si sono alternati tra la zona Vip e quella American Bar, gremita di gente, tutta seriamente intenzionata a festeggiare l\’apertura dello splendido ristorante.

 

mercoledì 13 marzo 2013

Hell's Kitchen nightmares versione italiana in arrivo

 Antonino Cannavacciuolo

Elaborazione di un'immagine di Alessandra Tinozzi

13.03.2013Arriva ‘Cucine da incubo’ Italia, versione nostrana del mitico reality Nightmares condotto negli USA da Gordon Ramsay
L’appuntamento è per l’8 maggio su Foxlife. Continua l’ondata di programmi a tema ‘cucina’ e questa volta tocca al bistellato Antonino Cannavacciuolo del ristorante Villa Crespi indossare i panni dello chef-giustiziere.
Sarà in grado il bravo e nerboruto Antonino di reggere il confronto con il cattivissimo – e mediaticissimo – collega Gordon Ramsay? Lui assicura di si e ha dichiarato a Vanity Fair di essere un ‘cattivo’ vero. “Gordon è Gordon, io sono io. E poi io lo vedo meglio nei panni di attore che in quelli di chef. Io faccio sul serio, quando mi arrabbio”. Cannavacciuolo docet. Intanto lo chef italiano parlerà anche di ricette (fondamentale distinguo rispetto alla versione americana del format) e non solo di pulizia, qualità e ordine.

Al via la nuova edizione di “Cucine da Incubo”, la versione italiana del noto programma americano di Gordon Ramsay. Lo chef Antonino Cannavacciuolo al lavoro per trasformare un’osteria milanese sui Navigli in un nuovo ristorante: si chiamerà “Al Capolinea”
Si registrano in questi giorni le puntate dell’edizione 2013 di “Cucine da Incubo”, la versione italiana del fortunatissimo “Hell’s Kitchen”, condotto negli Stati Uniti da Gordon Ramsay.
Uno staff di una ventina di persone circa da diversi giorni staziona stabilmente in zona Navigli, in Ripa di Porta Ticinese (Naviglio Grande), dove sono in corso le riprese della prima puntata del 2013. Che dovrebbe andare in onda su Real Time a partire dal giorno 8 marzo (si attende l’ufficialità).
Macchine da presa, lo chef Antonino Cannavacciuolo (il Ramsey italiano), operatori, truccatori, ma anche operai ed esperti di arredamento. Il locale, infatti, secondo accordi è stato completamente rinnovato. O meglio, rivoluzionato. Prima dell’intervento di “Cucine da Incubo” era un’osteria “low cost”, dall’arredamento spartano e dai piatti economici.
La trasmissione si preannuncia un successo. Non resta che aspettare i nuovi tormentoni mediatici. Dopo i ‘mappazzoni’ di Bruno Barbieri e i ‘vuoi che io muoro’ di Joe Bastianich cosa ci riserverà il futuro?

 

Piero D'eugenio Medaglia di Bronzo e molta umiltà - ••• BIOGRAFIA DEGLI CHEF PIU' BLASONATI DEL MONDO •••

Piero D'eugenio Medaglia di Bronzo e molta umiltà - ••• BIOGRAFIA DEGLI CHEF PIU' BLASONATI DEL MONDO •••


[CENTER]Piero D'eugenio nato a Atri in provincial di Teramo (Abruzzo)
Fino all'eta di 14 anni vive a Caserta (NA) e a Roseto degli Abruzzi.
Per motivi famigliari i genitori decisero di emigrare in Germania lasciando un fratello in Italia per terminare l'ultimo anno di scuola .La Germania non era il massimo e spaesato e non conoscendo la lingua non poteva fare le scuole superiori cosi pensò di tornare in Italia, decise così di lavorare in una pizzeria sotto casa come lavapiatti , da li in poi man mano con il passare degli anni catapultato ai fornelli nasce una grande passione. La Cucina -
La voglia di rientrare in Italia mi porto' di mettere da parte dei risparmi per esaudire questo desiderio ..incontrò così anche la donna della sua vita oggi sua Moglie MariaElena di origine Siciliana e parlarono di un eventuale rientro in Germania, cosa che poi fu possibile-
Adesso si ritrova felicemente sposato con due figli Emanuel di 13 anni e Sara Desiree di 10 anni due splendidi figli.
In questi anni il lavoro in Germania decide nel 2009 , con l'accordo della mia Famiglia, di rincasare per una stagione estiva con l'opzione di un eventuale rientro .
Rientrato in Germania acquista' piu fiducia in se stesso e da li si convinse che doveva impegnarsi professionalmente , e scrivendo all'associazione professionale cuochi italiani dove fui inserito come membro, impara a seguire ed apprendere tecniche per intraprendere la strada delle gare e competizioni ad alti livelli . Grazie a due grandissimi chef e maestri che mi hanno indirizzato in un percorso professionistico giunge agli Internazionali D'Italia 2013 , che con grandi sacrifici il 06:03:2013 riceve con un punteggio di 72 punti la medaglia di Bronzo ..
Per Piero è solo l'inizio di una grande Carriera .
Vorrebbe essere il porta bandiera di tutti i cuochi che operano qui in Germania , scrive Piero e vorrebbe dimostrare che anche in Germania che ci sono egregi professionisti -

Ecco un breve reportage dell'evento svolto:[/size]

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