GianMaria Le Mura : Ricerca
"E' stato sempre povero perche' ha sempre aiutato quelli piu' poveri di lui. Come me e mio figlio. Se non ci fosse stato il Califfo il mio bambino oggi sarebbe un completo orfano". A parlare e' Oreste Datti, operaio socialmente utile nel comune di Alatri nel frusinate e imitatore ufficiale del bravissimo cantautore romano. Datti conosce il Califfo da 20 anni e quando 6 anni fa la giovanissima moglie Stefania che aveva appena partorito un bambino, muore stroncata da un male incurabile, e' lui, Franco Califano, ad aiutare l'uomo. Ha battezzato il bambino e gli ha garantito un sussidio mensile che oggi gli consente di andare a scuola alle elementari. "Io non potro' mai dimenticare cio' che Franco Califano ha fatto per me e per la mia famiglia. E' un uomo di grande sensibilita', pur avendo avuto uno stile di vita al di fuori degli schemi, ma questa sua mentalita' non deve riguardare nessuno se non lui stesso. Non penso che abbia chiesto il sussidio per togliere qualcosa alle persone piu' povere. Lui per aiutare i poveri si e' quasi rovinato".
A DOMENICA CINQUE: "SUI SOLDI HO SPUTATO" Franco Califano fa dietrofront: «Non ho mai chiesto la legge Bacchelli. Non ho bisogno di niente. Chi mi conosce sa che sui soldi ci ho sempre sputato». Invitato a parlare a Domenica Cinque dall'amica Barbara d'Urso, il 'Prevert di Trasteverè smentisce di aver chiesto un sussidio statale, come invece aveva raccontato al Corriere della sera e al Tg1. Seduto sul divano della sua casa romana («pago l'affitto, non ho una casa mia»), dice: «Sto bene, a parte le vertebre che mi impediscono di muovermi. Ho il busto. Cinque mesi sono caduto dalle scale. Sono stato a letto per tre mesi». Prima di entrare nel vivo della polemica di cui è stato protagonista, il cantautore romano parla dei suoi rapporti sentimentali: «L'80 per cento dei rapporti sono ipocriti. Io invece prendevo e me ne andavo. Ho sempre lasciato le case alle mie ex compagne». Poi sorprende la D'Urso: «La donna incinta? È il massimo. Mi ha sempre fatto impazzire. Ora diranno 'Califano, 'sto zozzone!'. Ma io non sono capace di fare la persona perbene finta». Poi il dietrofront: «Non ho chiesto nulla. Una sera si parlava di case, di chi ce l'aveva e chi no. Ero l'unico che a non averla, e mi ero appena fratturato le vertebre. Potevo anche non poter cantare e lavorare più. Quattro amici hanno pensato di aiutarmi facendo di testa loro. Ma io i soldi di altri non li voglio, potrei anche smettere di lavorare oggi e campare altri 20 anni senza chiedere niente».
Immediata la reazione dei giornalisti in studio, che citano un suo intervento radiofonico in cui diceva il contrario: «Fatemelo sentire. Io la legge Baccelli - dice storpiandone il nome - l'ho conosciuta in questa occasione. Non ho mai detto di essere povero. Il giornalista che l'ha scritto ha scritto un sacco di fesserie». E poi: «Adesso io dichiaro che non voglio nulla. E se ho detto qualcosa di sconveniente, posso aver sbagliato e chiedo scusa». Commentando poi le accuse dei fan di aver sperperato i suoi soldi, osserva: «Chi mi conosce sa che sui soldi ci ho sempre sputato». A quel punto entra in studio Isabella Biagini, ex bionda della tv anni Sessanta caduta in disgrazia, che esordisce: «Ce vogliono portà all'ospizio, ma noi siamo anime libere». Amica di Califano, ricorda di quando il cantautore accudiva sua figlia piccola. Racconta: «Ho la pensione ma ho lavorato fino a 30 anni fa. Ho provato a chiedere la Bacchelli ma hanno fatto orecchie da mercante. Comunque non la merito, non sono un'artista al livello di Califano». Lo difende: «Lui è sempre stato generoso, ha sistemato tanta gente e non l'ha mai detto. È una persona perbene, ha un cuore così».
«L'unica persona che mi conosce veramente è Isabella e la ringrazio veramente di cuore», interviene Califano, che conclude: «Mi vogliono mettere in casa di cura. Ho regalato tanti di quei soldi, e ora sono sotto processo. Sono odiato perchè ho successo e finchè sarà così, i titoli dei giornali saranno sempre inventati». «Dammi i soldi a me», gli chiede la Biagini: «Una mano te la posso dare. I soldi della Bacchelli dateli alla mia amica Biagini». La quale tra gli applausi commenta: «No grazie, voglio fare la fame, ma essere libera».
"E' povero perche' ha sempre aiutato quelli piu' poveri di lui. Come me e mio figlio. Se non ci fosse stato il Califfo il mio bambino oggi sarebbe un completo orfano". A parlare e' Oreste Datti, operaio socialmente utile nel comune di Alatri nel frusinate e imitatore ufficiale del bravissimo cantautore romano. Datti conosce il Califfo da 20 anni e quando 6 anni fa la giovanissima moglie Stefania che aveva appena partorito un bambino, muore stroncata da un male incurabile, e' lui, Franco Califano, ad aiutare l'uomo. Ha battezzato il bambino e gli ha garantito un sussidio mensile che oggi gli consente di andare a scuola alle elementari. "Io non potro' mai dimenticare cio' che Franco Califano ha fatto per me e per la mia famiglia. E' un uomo di grande sensibilita', pur avendo avuto uno stile di vita al di fuori degli schemi, ma questa sua mentalita' non deve riguardare nessuno se non lui stesso. Non penso che abbia chiesto il sussidio per togliere qualcosa alle persone piu' povere. Lui per aiutare i poveri si e' quasi rovinato". "E' stato sempre povero perche' ha sempre aiutato quelli piu' poveri di lui. Come me e mio figlio. Se non ci fosse stato il Califfo il mio bambino oggi sarebbe un completo orfano". A parlare e' Oreste Datti, operaio socialmente utile nel comune di Alatri nel frusinate e imitatore ufficiale del bravissimo cantautore romano. Datti conosce il Califfo da 20 anni e quando 6 anni fa la giovanissima moglie Stefania che aveva appena partorito un bambino, muore stroncata da un male incurabile, e' lui, Franco Califano, ad aiutare l'uomo. Ha battezzato il bambino e gli ha garantito un sussidio mensile che oggi gli consente di andare a scuola alle elementari. "Io non potro' mai dimenticare cio' che Franco Califano ha fatto per me e per la mia famiglia. E' un uomo di grande sensibilita', pur avendo avuto uno stile di vita al di fuori degli schemi, ma questa sua mentalita' non deve riguardare nessuno se non lui stesso. Non penso che abbia chiesto il sussidio per togliere qualcosa alle persone piu' povere. Lui per aiutare i poveri si e' quasi rovinato".
A DOMENICA CINQUE: "SUI SOLDI HO SPUTATO" Franco Califano fa dietrofront: «Non ho mai chiesto la legge Bacchelli. Non ho bisogno di niente. Chi mi conosce sa che sui soldi ci ho sempre sputato». Invitato a parlare a Domenica Cinque dall'amica Barbara d'Urso, il 'Prevert di Trasteverè smentisce di aver chiesto un sussidio statale, come invece aveva raccontato al Corriere della sera e al Tg1. Seduto sul divano della sua casa romana («pago l'affitto, non ho una casa mia»), dice: «Sto bene, a parte le vertebre che mi impediscono di muovermi. Ho il busto. Cinque mesi sono caduto dalle scale. Sono stato a letto per tre mesi». Prima di entrare nel vivo della polemica di cui è stato protagonista, il cantautore romano parla dei suoi rapporti sentimentali: «L'80 per cento dei rapporti sono ipocriti. Io invece prendevo e me ne andavo. Ho sempre lasciato le case alle mie ex compagne». Poi sorprende la D'Urso: «La donna incinta? È il massimo. Mi ha sempre fatto impazzire. Ora diranno 'Califano, 'sto zozzone!'. Ma io non sono capace di fare la persona perbene finta». Poi il dietrofront: «Non ho chiesto nulla. Una sera si parlava di case, di chi ce l'aveva e chi no. Ero l'unico che a non averla, e mi ero appena fratturato le vertebre. Potevo anche non poter cantare e lavorare più. Quattro amici hanno pensato di aiutarmi facendo di testa loro. Ma io i soldi di altri non li voglio, potrei anche smettere di lavorare oggi e campare altri 20 anni senza chiedere niente».
Immediata la reazione dei giornalisti in studio, che citano un suo intervento radiofonico in cui diceva il contrario: «Fatemelo sentire. Io la legge Baccelli - dice storpiandone il nome - l'ho conosciuta in questa occasione. Non ho mai detto di essere povero. Il giornalista che l'ha scritto ha scritto un sacco di fesserie». E poi: «Adesso io dichiaro che non voglio nulla. E se ho detto qualcosa di sconveniente, posso aver sbagliato e chiedo scusa». Commentando poi le accuse dei fan di aver sperperato i suoi soldi, osserva: «Chi mi conosce sa che sui soldi ci ho sempre sputato». A quel punto entra in studio Isabella Biagini, ex bionda della tv anni Sessanta caduta in disgrazia, che esordisce: «Ce vogliono portà all'ospizio, ma noi siamo anime libere». Amica di Califano, ricorda di quando il cantautore accudiva sua figlia piccola. Racconta: «Ho la pensione ma ho lavorato fino a 30 anni fa. Ho provato a chiedere la Bacchelli ma hanno fatto orecchie da mercante. Comunque non la merito, non sono un'artista al livello di Califano». Lo difende: «Lui è sempre stato generoso, ha sistemato tanta gente e non l'ha mai detto. È una persona perbene, ha un cuore così».
«L'unica persona che mi conosce veramente è Isabella e la ringrazio veramente di cuore», interviene Califano, che conclude: «Mi vogliono mettere in casa di cura. Ho regalato tanti di quei soldi, e ora sono sotto processo. Sono odiato perchè ho successo e finchè sarà così, i titoli dei giornali saranno sempre inventati». «Dammi i soldi a me», gli chiede la Biagini: «Una mano te la posso dare. I soldi della Bacchelli dateli alla mia amica Biagini». La quale tra gli applausi commenta: «No grazie, voglio fare la fame, ma essere libera».
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